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con il contributo di

Se vuoi conoscere il tuo passato, sapere che cosa ti ha causato, allora osservati nel presente, che è l’effetto del passato. Se vuoi conoscere il tuo futuro, sapere che cosa ti porterà, allora osservati nel presente, che è la causa del futuro.
(Siddartha)

I segni che quotidianamente accompagnano la nostra vita sono solo alcuni esempi di come la civiltà ha, nel suo progresso secolare, saputo raccordare le esigenze di miglioramento cui l’uomo per natura protende con la più difficile arte del preservare i luoghi, l‘ambiente, il paesaggio circostante.

 

Nei paesi del circondario di Torchiara, tutti sorti approssimativamente intorno al 1100/1300, le fatture dei portali, l’impaginazione urbana, le corti dei palazzi, tutto è stato concepito con i criteri architettonici di allora ed anche gli interventi di rifacimento in alcuni casi sono stati consoni con l’ambiente circostante.

 

Per la maggior parte dei casi le architetture devastate da modifiche selvagge non ci consentono oggi di poter affermare di aver salvaguardato integralmente il grande patrimonio ambientale ed edilizio , pertanto la lettura del luogo avviene per tracce, segni consunti, casali smussati, consumati, che però per questi aspetti entrano nella sfera dell’immaginario ed aprono la mente ad una appassionata sintesi paesaggistica.

 

Letture che infervorano gli intellettuali ma incuriosiscono la gente meno attenta ai cambiamenti, il mix che definisce il luogo rimane carico di mistero ma a poco a poco si svela alla luce del sole e lascia intravedere la magnificenza di piccoli lavori artigianali, fontane, giardini, portali, mura di cinta, pavimentazioni in pietra.

 

Questo immenso patrimonio fatto di piccole cose, a volte nascoste tra le pieghe dei casali abbandonati o rimesse in sesto con parsimonia nei centri urbani più fortunati raccolgono al loro interno un patrimonio di storia usi e costumi che va letto con pazienza, a volte con l’attesa che si sveli.

 

Nel testo L’Amore e L’Armonia si sono sintetizzati con eleganza e bravura questi aspetti del mondo cilentano, luoghi scevri da protagonismo ma che hanno tanto da raccontare.

 

Nel volume che compone il numero speciale di Dragut, rivista periodica dell’Archivio della Fotografia Mediterranea, la lettura della storia e dell’ambiente, con l’apporto dei testi di nove collaboratori, amplia l’orizzonte di quanto abitualmente uno vede ogni giorno. Il modo più concreto per far vivere ai giovani la scoperta del proprio territorio rendendoli consapevoli delle bellezze e accorti nella salvaguardia del proprio habitat. L’approfondimento storico, la narrazione dell’armonia che dovrebbe amorevolmente regnare sovrana mira a creare e promuovere la conoscenza del bello così da magnificarne il suo significato più profondo.

 

Al lavoro di scrittura è stato poi affiancato un percorso di ceramica che vuole spingere il lettore a sporcarsi le mani, avvertire la ruvidità della creta, manipolarne la compattezza rendendola duttile, trasformarla in una tavoletta su cui scrivere una parola, una breve frase. In questo modo la materia prende forma e, nel prosieguo della lavorazione, si ha sempre di più la coscienza di come l’abilità trasforma le cose in bellezza, diversamente il disinteresse le rende inutili.

 

E’ un ottimo percorso didattico per la percezione del territorio e dei suoi manufatti, di come l’uomo in sintonia con la natura può realizzare splendide opere.

 

 

 

La giornata di lettura e lavorazione della creta inizia alle ore 15,00  e si conclude alle ore 21,00  del 27 maggio 2017, data stabilità per l’evento.

 

La manifestazione si tiene presso la Biblioteca Archivio della Fotografia Mediterranea, in Torchiara SA, alla via G. B. Riccio n. 4.